La digital transformation è un processo inevitabile, ormai, per un’azienda che desidera stare al passo con i tempi; infatti, se precedentemente in Italia l’importanza della trasformazione digitale era stata sottovalutata, si può certamente affermare che la recente pandemia da Covid-19, volente o nolente, abbia dato una forte spinta in questo senso.
Infatti, le aziende hanno adottato lo smart-working e, inoltre, sono fioriti numerosissimi e-commerce.
Prima del 2020 il rapporto tra il panorama imprenditoriale e la digitalizzazione era ancora agli albori rispetto alle economie degli altri paesi europei.
Il fatto di essere i più “all’antica” è dovuto ad un unico aspetto: il tessuto economico è costituito da piccole e medie imprese molto spesso gestite da famiglie che, in onore della propria tradizione, risultano restie verso la digitalizzazione.
Il processo di digital transformation è molto importante e complesso, motivo per cui è necessario affidarsi ad uno Chief Digital Officer in outsourcing su maiamanagement.it, nota startup esperta nella consulenza manageriale, la quale attraverso un team di esperti nel settore del web e della comunicazione, seguirà l’azienda durante tutto il percorso di digitalizzazione attraverso l’ingaggio di un CDO in outsourcing e dunque che, in ogni caso, rimarrà esterno all’azienda.
Continua a leggere la notizia su Ibriganti.net
Digital transformation: smart working e Covid-19
Sebbene la pandemia da Covid-19 sia stata tremenda, almeno sul piano della digitalizzazione ha portato a qualche progresso.
Infatti, oggi possiamo dire che la situazione italiana non sia delle peggiori, certo, ci sarà molto da lavorare, ma la recente pandemia ha accelerato di molto i tempi che in condizioni normali sarebbero stati impiegati per la digital transformation.
Le piccole e medie imprese, generalmente, si sono rivelate piuttosto restie nei confronti del digitale, preferendo metodi più tradizionali.
Tuttavia, l’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e che tuttora imperversa, ha fatto in modo che questi si organizzassero e modificassero totalmente il proprio modo di lavorare per garantire ugualmente l’erogazione dei prodotti e servizi.
Dal 2020 è entrato nel parlato il termine “smart working” letteralmente “lavoro intelligente” che sta ad indicare il lavoro svolto da casa; questo nuovo modo di lavorare è stato reso possibile dall’espansione della digitalizzazione e ha potato non pochi vantaggi alle aziende.
Diffusione di e-commerce e customer experience
Nel periodo pre-Covid 19, solo il 10% delle aziende italiane possedeva un e-commerce e pochi consumatori effettuavano acquisti online; la pandemia ha estirpato queste abitudini diffuse tra la maggior parte degli italiani poiché, per molti mesi, comprare attraverso internet è stata l’unica soluzione o, in alcuni casi, la più sicura.
Basti pensare a quando i negozi di vestiti erano chiusi e non era possibile acquistare beni se non tramite web, oppure, in alcuni casi, fare la spesa online si è rivelata l’unica alternativa per evitare di venire a contatto con un numero eccessivo di persone.
Da aprile ad agosto 2020, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano ha dichiarato un boom dell’e-commerce italiano, tale fenomeno non prevede di arrestarsi e si stima che continuerà a crescere.
Il settore che più di tutti ha conosciuto un aumento esponenziale è senz’altro quello del food delivery che ha raggiunto i 716 milioni di euro di valore.
Digitalizzazione e pubblica amministrazione
Il 12 agosto 2020 l’AgiD (Agenzia per l’Italia Digitale della Presidenza del Consiglio) ha presentato il terzo piano triennale per l’informatica della pubblica amministrazione, inerente il biennio 2020-2022.
Questo piano prevede che:
- Le pubbliche amministrazioni realizzino dei piani prettamente digitali, adottino esclusivamente dei sistemi di identità digitali ed anche un paradigma cloud;
- I servizi delle pubbliche amministrazioni dovranno essere accessibili a tutti e dovranno funzionare anche in modalità integrata garantendo, ovviamente, la protezione dei dati personali;
- Le pubbliche amministrazioni dovranno sviluppare dei servizi digitali che possano garantire un continuo miglioramento e dovranno evitare di chiedere ai cittadini dati già forniti in precedenza.