Facebook e la privacy: come stanno le cose?

È ormai passato più di un anno da quel 18 marzo 2018 quando due inchieste del Guardian e del New York Times hanno portato alla luce i movimenti sospetti di uno dei più grandi social media esistenti, Facebook, attraverso il quale la società di consulenza britannica Cambridge Analytica avrebbe monitorato e catalogato i dati di milioni di utenti per influenzarne i voti durante il periodo delle elezioni in America.

Ma a distanza di tempo i dubbi sembrano essere ancora insiti nella mente di chi ne parla e soprattutto di chi utilizza i servizi messi a disposizione dal social network e i timori riguardanti la privacy e la tutela dei dati personali crescono.

È dunque vero che la questione ha generato dubbi e diffidenza negli utenti che giornalmente accedono alla piattaforma o ad altre applicazioni ad essa connesse, ma ha anche permesso un nuovo spunto per parlare di un problema serio di Facebook di cui non tutti sono a conoscenza, il trattamento dei dati personali e la profilazione digitale degli utenti.

Ogni utente che utilizza i social media per comunicare o diffondere informazioni riguardo la propria vita privata, ha il diritto inviolabile, tutelato e garantito di verificare che le informazioni riguardanti la propria persona vengano trattate nel modo più corretto e lecito possibile, e soprattutto che circolino solo se sotto la propria volontà.

Le società che utilizzano i dati personali dei loro utenti, tra cui anche Facebook, hanno il dovere di rilasciare un’informativa in cui spiegano come tratteranno i loro dati e a che scopo. Di conseguenza l’utente è libero di proseguire sul sito, e quindi accettare le condizioni da esso proposte, oppure rifiutare ed uscire dalla navigazione.

Il 15 ottobre 2008 settanta autorità di vari Paesi, dedite al controllo e al rispetto della privacy su internet, si sono riunite con l’obiettivo di discutere le problematiche riguardanti la sicurezza dei nuovi sistemi tecnologici, in particolar modo i social network. Le raccomandazioni rivolte alle piattaforme riguardavano soprattutto la trasparenza delle informazioni condivise, maggiori controlli sulla sicurezza e l’accessibilità da parte di terze persone ai contenuti dell’utente ed il controllo da parte dell’utente stesso sul trattamento dei propri dati.

Ciò che fa di Facebook il social network più conosciuto e con più iscrizioni al mondo è proprio la sua facilità di utilizzo. Ma bisogna fare attenzione a situazioni capillari che potrebbero causare disagio se non attentamente controllate. Parliamo, ad esempio, del momento in cui un utente decide di iscriversi alla piattaforma.

A registrazione avvenuta, altri motori di ricerca estranei a Facebook potranno rintracciare i dati messi a disposizione dall’utente: nome, cognome, data di nascita ed immagine del profilo, solo per elencarne alcuni.

È possibile, tuttavia, modificare le impostazioni di privacy e sicurezza nell’apposita sezione all’interno della piattaforma, ma solo successivamente.

Per quanto riguarda, invece, la cancellazione totale del proprio account, e quindi dei dati personali lasciati in rete attraverso post, like e condivisioni, è più complesso eliminare l’account di quanto sia registrarsi, poiché nella pagina non è riportata alcuna informazione in merito.

Solo accendendo all’apposita area riguardante le impostazioni dell’acount è possibile procedere all’eliminazione, ma anche in questo caso i dati verranno conservati per un periodo di tempo per un eventuale ripensamento da parte dell’utente.