Ricerca, sperimentazione e malasanità, una linea sottile

sperimentazione

La ricerca e la sperimentazione nella medicina sono i pilastri  portanti della scienza. Si tratta di pratiche che permettono  di raggiungere risultati sempre più  efficaci nel trattamento di diverse patologie, alcune delle quali anche letali. Così, grazie alla ricerca, ma soprattutto alla prevenzione, è possibile curare e prevenire determinate tipologie di tumore, ma soprattutto è possibile curare anche patologie meno serie ma comunque molto diffuse, come per esempio la psoriasi. Per arrivare al risultato, però, si deve necessariamente passare per due  fasi importantissime, una è appunto la ricerca, l’altra è la sperimentazione. Ma come avviene la sperimentazione? In certi casi in vitro, in altri su animali, in altri ancora (o in altre fasi) il farmaco viene sperimentato sull’uomo. Ci sono numerose persone che volontariamente si offrono per  la sperimentazione di farmaci, consapevoli di eventuali rischi, pagati e indennizzati.  Ma ci sono altri pazienti che vengono sottoposti a cure sperimentali  praticamente a loro insaputa, da qui scaturiscono episodi di sperimentazione e malasanità connessi tra loro.

Sperimentazione e malasanità, quando la ricerca non è per il bene dei pazienti

Ci sono molti casi in cui la sperimentazione, anche sull’uomo, ha dato la possibilità alla medicina e alla scienza di trovare nuove terapie per diverse malattie. Ci sono casi in cui, però, i pazienti hanno subito sulla propria pelle una sperimentazione coatta, ovvero, senza essere stati avvisati che i farmaci somministrati per il loro problema erano sperimentali. Questo purtroppo è il caso di alcuni trattamenti chemioterapici dove qualche volta è capitato che il medico abbia omesso che si trattasse di un farmaco sperimentale, o altre in cui il medico ha sì avvisato il paziente che si trattava di un farmaco sperimentale ma non dava altre alternative plausibili facendo una pressione psicologica non esattamente conforme alla deontologia medica.

Ma senza andare a cercare casi così drammatici, ci si può soffermare su un episodio accaduto diversi anni fa a dei malati di psoriasi, una patologia che non è letale, ma che può dare anche diversi disturbi e che soprattutto ha un forte impatto psicologico nei rapporti sociali.

Derma affare fatto

sperimentazione2Derma affare fatto, questo il nome dell’inchiesta svoltasi ormai alcune anni fa e che ha portato alla scoperta dei responsabili di un grosso giro di corruzione tra medici.  Fa tristezza, ma si trattava di un vero e proprio mercato di pazienti, con tanto di tangenti in cambio di cure sperimentali contro la psoriasi. I Nas di Firenze hanno scoperto questo grosso giro di tangenti. Era il 2010 quando un noto professore dell’Università di Firenze è stato arrestato per  aver messo a disposizione di alcune case farmaceutiche un discreto numero di pazienti affetti da psoriasi. A questi pazienti erano stati somministrati dei farmaci  biotecnologici e in cambio di tali pazienti al professore venivano offerti finanziamenti per la scuola di specializzazione, quindi per l’assunzione dei ricercatori, pubblicazioni, convegni e apparecchiature.

La cosa più grave è che sembra che la sperimentazione clinica all’insaputa dei pazienti ai fini di arricchimento personale sarebbe una prassi sanitaria ben collaudata, un sistema ampiamente accettato.

Spetta un risarcimento?

Quanto c’è di legale in tutto questo? Niente.  Si tratta piuttosto di ricerca nel settore malasanità, se volessimo utilizzare un epiteto appropriato, perché molte cure sperimentali falliscono, in quanto tali, oppure generano una reazione avversa. Il paziente sottoposto a tali terapie a sua insaputa ha quindi tutto il diritto di  chiedere il risarcimento per gli eventuali danni subiti.